…appunti triduo e festa

santa luisa de marillac

 


1 giorno

 

         Eccoci al primo giorno di preparazione alla festa di Santa Luisa e rieccomi insieme per riflettere un poco sull’esperienza di Santa Luisa alla luce del suo grande amore per l’Eucarestia e degli orientamenti del nostro vescovo per le predicazioni di questa Quaresima. Il vescovo chiede a noi tutti di riflettere sul nostre essere comunità eucaristica… dove ciò significa essere la comunità del risorto, la comunità dei fratelli che credono, vivono, celebrano, e sperimentano la fede in Gesù. Sì, perché il vero soggetto della comunicazione della fede è la comunità cristiana che si edifica attorno alla Parola di Dio, alla mensa eucaristica, nella fraternità.

Il Concilio scrive nella PO 6 “Una Comunità viva corrisponde ad una Comunità eucaristica: difatti non è possibile che si formi una comunità cristiana se non avendo come radice e come cardine la celebrazione della santa Eucarestia, dalla quale deve prendere le mosse qualsiasi educazione tendente a formare lo spirito di comunità… quindi la vita dei cristiani deve obbligatoriamente iniziare e passare realmente per l’Eucarestia celebrata, e contemplata nell’adorazione, per produrre frutti, specialmente in campo vocazionale”

Ma che tipo di Comunità è quella eucaristica? In questi giorni cercheremo di balbettare qualcosa!!!

Innanzitutto la Comunità eucaristica è il luogo della condivisione della fede e del divenire persona nuova in Gesù, affinché il nostro comunicare la fede non sia visto soltanto come trasmissione di contenuti ma coinvolga globalmente, il divenire, l’essere, il crescere della persona.

Cerco di spiegarmi! Comunità eucaristica è quella nella quale la persona è coinvolta e introdotta a scoprire il mistero dell’altro come fratello nel volto di Cristo. Accoglienza e ascolto sono parole preziose in una vera Comunità!!!

E ditemi ciò non è quello che è avvenuto in San Vincenzo e Santa Luisa, che diversamente dal solito, dove l’amore di Dio crea sentieri singolari per ciascuno… in questo caso crea una sintonia ammirabile tra i due santi. E perché? È un caso?!! Direi no!!! Sappiamo tutti quanto e come Luisa si mette alla scuola di Vincenzo, tanto da attingere alla sua lampada lo stesso stile di vita e la medesima intuizione mistica: Cristo celebra le mistiche nozze con loro sul Calvario, dove il Cuore di Gesù umiliato e sofferente è il modello e il simbolo più efficace. Come l’evangelista Giovanni nel Crocifisso vede splendere la gloria di Dio, Luisa, attirata dal suo cuore amante, scopre la gloria di Dio. Così gli occhi di Luisa vedono la realtà sofferente della storia e del mondo e… il suo cuore freme al sitio del Crocifisso.

“Gesù disse: Ho sete!… Capiamo, o anima mia, questa parola come detta a te sola: Ho sete del tuo amore fedele!” (Luisa)

         E noi? Sentiamo rivolto a noi questo invito?!!! Me lo auguro!!!

         Santa Luisa, sì!!! Sì, Santa Luisa non poteva non cogliere la vulnerabilità dell’amore di Dio che rende più viva in lei la commozione per Dio e… così attirata dal Mistero di Cristo Santa Luisa incentra in esso la sua attenzione affettiva e… la consapevolezza in lei della partecipazione alla Croce di Cristo sigilla l’aspetto fondamentale della sua spiritualità e della sua contemplazione.

Per Luisa non è difficile amare i poveri e servirli, per Luisa non è difficile vivere ed apprendere da Vincenzo… la croce è certezza di Comunione!!! La croce è certezza di condivisione della fede e del divenire persona nuova in Gesù!

Così anche noi carissimi fratelli e sorelle dobbiamo e possiamo compiere il nostro esodo dal mondo, vivendo personalmente in noi il mistero pasquale… e divenire Comunità eucaristiche!!1

È nella croce del presente che ognuno di noi deve poter vedere la gloria del Crocifisso Nostro Signore… e vedere questa deve diventare un’esigenza improrogabile per tutti, perché soltanto la contemplazione istaura la Signoria di Cristo nella nostre Comunità!!!

In questo lasciamoci docilmente guidare da Santa Luisa… Obbediamole, senza timore di trascurare San Vincenzo, il quale continua a rivolgerci lo stesso invito, che lui stesso dettava alle sue suore: Volgete lo sguardo a colei che è vostra madre, perché vi ha generato! Non vi siete fatte voi, sorelle, ma vi ha fatto e generato essa in Nostro Signore… a Cui sia lode e onore nei secoli dei secoli.

 

 

2 giorno

 

Eccoci al secondo giorno di preparazione alla festa di S Luisa! Ieri abbiamo avuto modo di iniziare la nostra riflessione sull’essere Comunità Eucaristiche e… se ricordate dicevamo che in primo luogo bisogna essere comunità dove si condivide la fede… e in questo ci aiutano l’esempio di Vincenzo e Luisa.

Oggi andiamo avanti per scoprire la comunità come il luogo dove si impara e si sperimenta la relazione nuova tra i perdonati, i risorti, i salvati, i desiderosi continuamente di essere santificati, perché comunicare la fede sia essenzialmente relazione. Come?

Per iniziativa di Dio è offerta alla libertà di ciascuno la possibilità di diventare creazione nuova in Cristo, a condizione di lasciarsi avvincere dal suo amore, che ci spinge a vivere non più per noi stessi, ma per colui che è morto e risorto per noi.

Fratelli e sorelle mie dopo 2000 anni questo per noi è ancora difficile da capire… (direi che siamo “cucuzzuni”) e… viceversa da noi questo Santa Luisa l’aveva ben capito! Sì, perché è lo stesso che la nostra Santa Luisa con parole diverse ci invita a fare chiedendoci di vivere personalmente l’esperienza di rapporti personali regolati dall’Amore di Cristo in tutte le situazioni, ma principalmente in quelle in cui è più difficile considerare gli altri come fratelli!

Ma ciò ancora non basta ed è Santa Luisa stessa che ammonisce le sue Figlie scrivendo: “…non basta andare e dare, ma ci vuole un cuore molto puro e disinteressato, e non smettere mai di praticare la mortificazione generale di tutti i sensi e delle passioni. Perciò, care sorelle, dobbiamo avere continuamente davanti agli occhi il nostro modello, che è la vita esemplare di Gesù Cristo, che siamo chiamate ad imitare, non solo come cristiane ma ancora perché siamo state scelte da Dio per servirlo nella persona dei poveri. Altrimenti, care sorelle, le Figlie della Carità sarebbero da compiangere più di ogni altra persona al mondo, se diventassero ingrate e infedeli alle grazie di Dio”.

Cosa è allora necessario fare? Essere un cuor solo e agire con un medesimo spirito come fanno le tre divine Persone della SS. Trinità!

Come può avvenire questo? Luisa ci suggerisce che perché tale trasformazione si compia è sempre necessario passare alla Comunità spirituale, dove i vincoli umani vengono trascesi e l’amore per il prossimo diventa la regola imposta non dalle qualità positive e dai meriti degli altri, ma da Gesù Cristo. È in una comunità del genere che le relazioni prive di contenuto di fede e mondane tra le persone lasciano il posto a relazioni semplici e trasparenti, radicate nella unica sorgente di tutto l’agire umano: la carità… l’amore per i poveri!!!

… è sul fondamento dell’unico amore divino, che Santa Luisa ci consiglia di prendere a modello dei nostri rapporti le relazioni tra le persone della SS Trinità… così che, diceva Santa Luisa, come l’amore unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e mette l’uomo in comunione con Dio, così deve costituirsi l’unione tra le Figlie della Carità …ma io direi così deve costituirsi l’unione in tutte le nostre parrocchie!!!

Nel richiamo alla Comunione con la SS Trinità, santa Luisa, ispirandosi alla sua esperienza, pone l’accento sullo Spirito Santo, quale vincolo stabile tra le persone della SS. Trinità e della comunità. “…vivere tra noi in una grande unione… e, come lo Spirito Santo è l’unione del Padre e del Figlio, così la vita che volontariamente conduciamo deve esercitarsi in una grande unione di cuori, che ci impedisca di sdegnarci delle azioni degli altri e ci dia tolleranza e dolcezza cordiale per il nostro prossimo”!

Ma ci riusciamo? O meglio ci riusciremo?

Sì, se andremo a scuola! “L’Eucarestia crea comunione ed educa alla comunione. San Paolo scriveva ai fedeli di Corinto mostrando quanto le loro divisioni, che si manifestavano nelle assemblee eucaristiche, fossero in contrasto con quello che celebravano. Conseguentemente l’Apostolo li invitava a riflettere sulla vera realtà dell’Eucarestia, per farli ritornare allo spirito di comunione fraterna” (Ecclesia de Eucarestia, 40). Quello spirito che potremmo sintetizzare così:

·                     Spirito di comunione è sguardo sul mistero della Trinità che abita in noi e la cui luce va colta anche sul volto del fratello;

·                     Spirito di comunione è capacità di sentire il fratello di fede nell’unità profonda del Corpo mistico, dunque, come uno che mi appartiene col quale saper condividere gioie e dolori;

·                     Spirito di comunione è saper far spazio al fratello, portando “i pesi gli uni degli altri” e respingendo le tentazioni egoistiche che generano competizione, diffidenza, gelosia…

Tutto apparentemente complicato, ma sereni: l’intercessione di Vincenzo e Luisa devono almeno alla fine di questi tre giorni farci rimanere in noi l’amore! Sì, l’amore per fratelli e le sorelle che Dio stesso ci ha messo dinanzi e… questo sia frutto del nostro stare e godere dell’amore di Cristo a cui è lode e onore nei secoli. Amen!


3 giorno

         Cosa abbiamo detto fino ad oggi? Bisogna essere comunità eucaristiche…

1.     comunità dove condivide la fede,

2.     comunità dove si impara e si sperimentano relazioni nuove.

Oggi vogliamo invece vedere la comunità eucaristica come luogo della comunione e dove i fratelli vivono una carità non occasionale, ma quotidiana e quindi progettuale che rimanda a Gesù che sta dentro ogni gesto caritativo.

L’Eucarestia attualizza la diaconia o servizio di Cristo ed è luogo di rinnovamento della missione della Chiesa, soprattutto a favore dei più bisognosi. Così l’Eucarestia è scuola, fonte d’amore e diaconia che necessariamente tende a tradursi in vita. Ciò suppone che nell’Eucarestia e attraverso l’Eucarestia vengano promossi i valori di accoglienza fraterna, di solidarietà e comunione dei beni. Questa testimonianza è un elemento indispensabile dell’autentica evangelizzazione!

Sì, di quella evangelizzazione che ci chiede innanzitutto di accogliere noi il vangelo e… non illudiamoci: per accogliere il Vangelo ed assimilarlo fino all’osso, occorre allenamento, esercizio, dominio del corpo, capacità di lotta. Per evangelizzare, il cristiano deve essere consacrato totalmente a Dio e deve essere in un esercizio continuo di ascesi; deve poter dominare il proprio corpo fino ad arrivare a un’esistenza veramente nuova, fino a vivere tutte le virtù di Cristo in noi!

Questo è quello a cui da attenta educatrice, Luisa forgia i tratti umani e spirituali delle sue figlie, attenendosi fedelmente ai criteri della sapienza dell’amore che, nella pedagogia della carità di S. Vincenzo, si riassume nel principio dell’“aderenza” agli stati di Cristo. Come vere spose di Cristo le Figlie della Carità devono praticare tutte le virtù esistenti!

S. Luisa insiste e ribadisce: “Avete scelto Nostro Signore per Sposo, e su Lui dovete fissare lo sguardo per formare voi stesse come tutti coloro che si sono ritirati! Ma non basta, scrive altrove S. Luisa, dovete prendere le armi di cui si è servito Cristo, vestirvi come Lui e imitarlo, più che potrete, nell’uso che Egli ha fatto di tutte le occasioni di operare o di soffrire che si offrirono durante la sua vita mortale!”

Sì, per una Figlia della Carità e/o per un cristiano non ci sono sconti bisogna lavorare spiritualmente poiché Nostro Signore praticò tutte quante le virtù e… anche noi dobbiamo desiderare di imitarlo in tutte le virtù! Anche noi dobbiamo praticare tutte le virtù!

E se ciò non è già abbastanza, Luisa durante una conferenza alle suore, quasi a sottolineare maggiormente le esigenze eroiche della carità, propone un suo elenco di virtù includendo l’obbedienza nella povertà.

Ora Luisa, consapevole che la grazia della carità eroica tende a conformare a Cristo ogni aspetto della vita, nello stilare le regole delle Figlie della Carità tiene presente anche quelle virtù minori che sono necessarie per lo splendore della Carità.

Sì, come tutte le facoltà nella donna vengono organizzate dal dinamismo della maternità, così l’essere Figlia della Carità viene ordinato in vista di un unico obiettivo: la trasformazione di tutta la vita in una realtà nuova, la signoria dell’Amore di Cristo. “L’Amore che dobbiamo avere per Dio deve essere così puro, che, ricevendo le sue grazie più particolari, non dobbiamo pretendere nient’altro che la gloria del suo Figlio… Felici dunque le anime che…impiegano potentemente il loro amore a far sì che quello del loro Maestro diventi interamente padrone del loro cuore”.

Sì, offrire in verità il sacrificio di Cristo implica di continuare questo stesso sacrificio in una vita spesa per gli altri. Come egli si è offerto in sacrificio sotto forma di pane e vino, così dobbiamo dare noi stessi, nel servizio fraterno e umile, tenendo conto dei bisogni degli altri più che dei loro meriti, ed offrendo loro il pane, ossia, quanto di più necessario per una vita degna.

Maria SS. e l’intercessione di Santa Luisa ottengano alla nostra vita da “servi” di conquistare il premio: la vita eterna! A lode e gloria di Gesù Cristo nostro Signore. Amen!

 


Festa di santa Luisa De Marillac

 

         Il clima mesto della Quaresima oggi per noi si ferma un po’ per farci gioire e festeggiare una donna, una santa donna proclamata da Giovanni XXIII Patrona celeste di tutti coloro che sono impegnati nelle opere sociali cristiane.

Luisa, una donna, che ha per principio essere un vero esempio di Figlia della Carità, che appartiene a Dio per il servizio dei poveri; una donna che sa bene di dover star povera più con i poveri che con i ricchi!

Di lei scrive san Vincenzo: “Luisa amava molto la povertà. E questa virtù era talmente radicata in lei, che per l’addietro mi chiese il permesso di vivere da povera”

Ma chi era Luisa? Di certo una donna pervenuta ad una suprema unità di vita, in cui missione di carità e visione dell’Amore infinito di Dio si integrano nella mirabile composizione della sua maturità di donna, consacrata a Cristo per la carità!

         Ecco chi è Santa Luisa, ecco la Carità di Luisa: “Maestro che devo fare per avere la vita eterna?… Chi ha avuto compassione di lui… Va’ e anche tu fa’ lo stesso!”

         Sì, Luisa docile all’azione della Grazia, l’ ha portata a compimento nel modo più splendido, fino all’eroismo, fino ad incarnare una bella immagine della tenerezza materna di Dio per i più piccoli… e non le opere, ma la qualità della sua esperienza indica in modo esemplare, al di là dei confini del tempo e della cultura, la dinamica instaurata in lei dall’amore, che vede compiersi in un rapporto personale con Dio, raggiunto nel simbolo privilegiato del povero…

Luisa non ha avuto bisogno di fare omelie per dire al mondo l’Amore infinito di Dio! Luisa aveva capito bene che significano le parole della Seconda Lettura, quando l’apostolo Giacomo scrive: “…uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”.

E sì, l’abbiamo detto all’inizio della quaresima e lo confermiamo oggi: la Carità non è dare il superfluo… ma del nostro, dare ciò che a noi costa! Non serve a niente il centesimo e/o l’euro che mettiamo nel cestino, se non diventa impegno costante per la giustizia e la crescita della società; se non diventa impegno alla riconciliazione! Bellissima le prima lettura: non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi…

Dobbiamo dare anche e soprattutto affetto a chi non ne ha, consiglio, stima e fiducia, incoraggiamento e conforto a chi deve affrontare difficoltà… in una parola possiamo dire che la Carità è fatta di partecipazione e di condivisione, ma soprattutto è fatta da un cuore che si è votato totalmente a Dio.

…Ecco chiarito a voi chi è santa Luisa!!!

E ciò che dona alle sue suore e a noi tutti Luisa è sempre, innanzitutto, l’esperienza personale del Cristo contemplato nella umanità sofferente! Sì, esperienza che gli conferisce una dinamica infinita, attinta al cuore di Cristo, perché ami i poveri come Cristo li ama!

O Luisa, Luisa, prega per noi… prega per questa Comunità di Figlie della Carità… prega per la nostra parrocchia… così come facevi allora: “O Signore, voi ci avete ispirato di scegliere la vostra Madre come unica Madre… offriteci a Lei come suoi figli e dateci l’intelligenza della sua condotta e la docilità di seguire gli insegnamenti che dobbiamo trarre dalla sua vita… Supplico la bontà di Nostro Signore di disporre le nostre anime a ricevere lo Spirito Santo, affinché, ardenti del fuoco del suo santo amore, siate perfette in questo santo amore, che vi farà amare la santissima volontà di Dio…”

Amen e… siate santi, perché Dio vi vuole santi!!! Auguri!!!


 

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