Liturgia Penitenziale
Il
celebrante dà inizio alla celebrazione dicendo:
Nel nome del Padre…
® Amen
Benedetto il Padre, che tanto amato il mondo da dare
il suo Figlio perché il mondo abbia la vita.
® Benedetto
nei secoli il Signore.
Benedetto il Figlio, che per noi si è fatto
obbediente fino alla morte, alla morte di croce.
® Benedetto
nei secoli il Signore.
Benedetto lo Spirito santo, effuso sulla Chiesa dal
fianco del Cristo, aperto dalla lancia.
® Benedetto nei secoli il Signore.
Preghiamo:
Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo
Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’
che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per
partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. ®
Amen.
CANTO DI ESPOSIZIONE: Ai
piedi di Gesù
ASCOLTO DELLA PAROLA DI Dio
† Dal vangelo secondo Luca
Lc
9, 22 - 25
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno”. Poi, a tutti, diceva: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, che giova a un uomo aver guadagnato il mondo intero, se poi ha perso o rovinato se stesso?”.
PAROLA
DEL SIGNORE
1.
… se qualcuno vuol venir dietro a me…
Mi riconosco davanti a Dio bisognoso di conversione?
Avverto profondamente che l’invito alla conversione
mi deve toccare personalmente e che quindi ho bisogno davvero di
purificazione, nel pentimento, da errori, infedeltà, incoerenze, ritardi?
Mi rendo conto che riconoscere i miei peccati, oltre
che essere un atto di lealtà e di coraggio, mi aiuta a rafforzare la fede?
2.
…si è fatto obbediente….
Il mio cuore è davvero orientato a Dio?
Lo riconosco davvero come Padre?
Mi affido a Lui? Lo amo sopra tutte le cose?
E' salda la mia fede in Cristo Signore, rivelatore
del volto del Padre?
Ho sempre professato senza timore la mia fede?
Ho avuto cura della mia fede? Ho cercato di farla maturare,
di approfondirla?
Ho cercato di comportarmi in tutto e sempre nella
vera libertà dei figli di Dio, o mi sono lasciato asservire dalle mie passioni,
dal mio egoismo?
3. … chi vuol salvar la propria vita….
Quale spazio ho dato alla preghiera?
E un vero colloquio con Dio, o solo una pratica
formale ed esteriore?
Ho saputo offrire a Dio le mie occupazioni, le mie
gioie e le mie sofferenze?
Ho santificato il giorno del Signore con la
partecipazione attiva alla messa?
Mi
confronto con la parola di Dio?
4. … che giova aver guadagnato il mondo
intero…
Ho osservato i comandamenti di Dio?
Quale attenzione concreta ho avuto per valori
fondamentali quali il rispetto della vita e la famiglia?
Quale parte di responsabilità devo riconoscere di
fronte alla dilagante irreligiosità per non aver manifestato il genuino volto
di Dio, a causa dei difetti della mia vita religiosa, morale e sociale?
Con il mio modo di agire o di pensare ho dato
antitestimonianza o scandalo?
Sono stato insensibile od ho contribuito in qualche
modo alla violazione di diritti umani fondamentali?
Ho avuto qualche parte di responsabilità in forme di
ingiustizia e di emarginazione sociale?
Ho contribuito in qualche modo allo sfruttamento di
piccoli, donne, emarginati?
Quale attenzione ho avuto per i poveri?
Il
sacerdote riprende:
Ed ora, rivolgiamoci a Dio Padre con le parole
di Gesù Cristo nostro Signore, perché rimetta i nostri peccati e ci liberi
da ogni male. Preghiamo insieme, dicendo: Padre nostro, che sei nei
cieli…
Il
sacerdote conclude:
Perdona, Signore, i nostri peccati, e nella tua
misericordia spezza le catene che ci tengono prigionieri a causa delle nostre
colpe, e guidaci alla libertà che Cristo ci ha conquistata con la sua
obbedienza fino alla morte di croce.
Per Cristo nostro Signore.
® Amen.
…se vuoi riflettere un po’!
Acaz,
Shara e Gesù (Fonte non specificata)
Ho
letto in un libro che sotto la croce, mentre stavano tirando giù il corpo ormai
privo di vita di Gesù, c'erano anche due bambini, Acaz e Shara; Acaz era il
figlio della vedova di Nain; Shara era la figlia di Giairo, capo della sinagoga.
Entrambi erano stati risuscitati da Gesù.
Mentre
tiravano giù Gesù dalla croce, essi erano rimasti un po' in disparte. Alcuni
dei suoi discepoli con Maria portarono il corpo di Gesù nel sepolcro,
rotolarono la pietra e se ne andarono.
I
due ragazzi li avevano seguiti, ma, partiti gli altri, loro non se n'erano
andati. Erano rimasti lì, fuori del sepolcro. Si ricordavano che Gesù aveva
detto che doveva risuscitare il terzo giorno e così rimasero lì ad aspettare.
Si dicevano l'un l'altro: dobbiamo rimanere svegli, non ci possiamo
addormentare, così quando Gesù risorge possiamo riabbracciarlo e dirgli che
gli vogliamo bene.
Rimasero
svegli venerdì, poi venerdì notte, poi tutto il sabato; poi, sopraffatti dalla
fatica e dal sonno, si addormentarono e dormirono tutta la notte.
Al
mattino del giorno dopo il sabato, si sentirono una mano sui capelli che li
accarezzava. Si voltarono: era Gesù! Senza dire niente gli strinsero forte le
gambe e cominciarono a baciargli i piedi, con dentro il cuore una gioia
incontenibile.
Poco
prima Gesù aveva detto alla Maddalena di non trattenerlo, perché doveva ancora
salire al Padre. Ma ora rimaneva lì, e continuava ad accarezzare i capelli di
Acaz e Shara, mentre loro non avrebbero mai voluto staccarsi da lui e
continuavano a baciarlo... quei due bambini gli stavano quasi facendo venire la
voglia di non partire più!
...e noi, che siamo dinanzi al Cristo vivo nell’Eucarestia, noi spesso ci accostiamo alla Comunione e che abbiamo nel cuore Gesù risorto, riusciamo anche noi ad esprimergli la nostra gioia per averlo dentro di noi?
Dove
abita Dio? (Bruno
Ferrero)
Un
giorno che ricevette degli ospiti eruditi, Rabbi Mendel di Kozk li stupì
chiedendo loro a bruciapelo: "Dove abita Dio?" Quello risero di lui :
"Ma che ti prende? Il mondo non è forse pieno della sua gloria?".
Il
Rabbi diede lui stesso la risposta alla domanda. "Dio abita dove lo si
lascia entrare".
Il
sassolino
(Fonte non specificata)
Il
potente re Milinda disse al vecchio sacerdote: "Tu dici che l'uomo che ha
compiuto tutto il male possibile per cent'anni e prima di morire chiede perdono
a Dio, otterrà di rinascere in cielo. Se invece uno compie un solo delitto e
non si pente, finirà all'inferno. E' giusto questo? Cento elitti sono più
leggeri di uno?".
Il
vecchio sacerdote rispose al re: "Se prendo un sassolino grosso così, e lo
depongo sulla superficie del lago, andrà a fondo o galleggerà?".
"Andrà
a fondo", rispose il re.
"E
se prendo cento grosse pietre, le metto in una barca e spingo la barca in mezzo
al lago, andranno a fondo o galleggeranno?".
"Galleggeranno".
"Allora
cento pietre e una barca sono più leggere di un sassolino?".
Il
re non sapeva che cosa rispondere. E il vecchio spiegò: "Così, o re,
avviene agli uomini. Un uomo anche se ha molto peccato ma si appoggia a Dio, non
cadrà nell'inferno. Invece l'uomo che fa il male anche una volta sola, e non
ricorre alla misericordia di Dio, andrà perduto".
Il perdono (Bruno Ferreno, C'è qualcuno lassù)
Un
fedele buono, ma piuttosto debole, si confessava di solito dal parroco. Le sue
confessioni sembravano però un disco rotto: sempre le stesse mancanze, e
soprattutto sempre lo stesso grosso peccato.
«Basta!»
gli disse, un giorno, in tono severo il parroco. «Non devi prendere in giro
il Signore. È l'ultima volta che ti assolvo per questo peccato. Ricordatelo!».
Ma
quindici giorni dopo, il fedele era di nuovo là a confessare il suo solito
peccato.
Il
confessore perse davvero la pazienza: «Ti avevo avvertito: non ti do
l'assoluzione. Così impari...». Avvilito e colmo di vergogna, il pover'uomo si
alzò.
Proprio
sopra il confessionale, appeso al muro, troneggiava un grande crocifisso di
gesso. L'uomo lo guardò. In quell'istante, il Gesù di gesso del crocifisso si
animò, sollevò un braccio dalla sua secolare posizione e tracciò il segno
dell'assoluzione: «Io ti assolvo dai tuoi peccati...».
Ognuno
di noi è legato a Dio con un filo. Quando commettiamo un peccato, il filo si
rompe. Ma quando ci pentiamo della nostra colpa, Dio fa un nodo nel filo, che
diviene più corto di prima. Di perdono in perdono ci avviciniamo a Dio.
«Vi assicuro che in cielo si fa più festa per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione» (Luca 15,7).