1950/1972 22 anni di storia dell'oratorio “Maria SS. Ausiliatrice” di Cibali
ll campetto di gioco era in terra battuta, più ampio dell’attuale, perché non vi era la scivola d’accesso né il locale al piano terra né quello al primo piano, a sud dell’attuale chiesa. Vi erano, alla destra del cancello d’ingresso principale, i resti in muratura di un teatro all’aperto, usato, quasi certamente, da generazioni prima della mia, guidate dal sacerdote padre Giuffrida, che ha tanto lavorato tra i giovani di quell’epoca. I locali, a ridosso dell’attuale Chiesa, sono stati edificati materialmente da padre Piro, subentrato a padre Greco, e da noi giovani oratoriani. Padre Piro, scomparso nel Settembre 2009, ex parroco della chiesa SS. Pietro e Paolo di via Siena a Catania, è stato uno dei più grandi sacerdoti che l’oratorio abbia avuto, nulla togliendo a tutti gli altri, che lo hanno preceduto e succeduto, perché alla sua azione di grande educatore, di guida per tutti noi, aggiungeva una capacità di realizzare in prima persona ciò che ora appartiene alla comunità cibalina; parlo del piano terra e del primo piano con la scala che ad esso portava, a sud dell’attuale chiesa; tali opere sono state realizzate da lui e da noi ragazzi, impastando cemento misto a grandi pietre. Sotto la guida di padre Piro (anni 1956/1962), l’oratorio era un pullulare di ragazzi, specie la domenica; la S. Messa si ascoltava nella parrocchia di p.zza Bonadies, Cibali, il cui parroco, padre Torresi, uomo santo e caritatevole, ci accoglieva col suo sguardo che sembrava incutere timore ma che nascondeva tanto affetto. Dopo si andava a giocare al pallone in oratorio p.zza M. Ausiliatrice. Tempi felici, spensierati, in cui vi era rispetto per tutti e la buona educazione regnava sovrana. Si organizzavano tornei di calcio, palla a volo, campeggi estivi, riunioni spirituali e rappresentazioni teatrali. Mi piace sottolineare il clima di grande democrazia che esisteva in oratorio in quel periodo, in cui vi erano: gli aspiranti, il gruppo lavoratori, il gruppo studenti con i vari responsabili e segretari per la raccolta di fondi da utilizzare per le varie esigenze dello stesso oratorio. Eravamo tutti uguali, ci rispettavamo vicendevolmente e non vi era alcuna distinzione tra i ragazzi di “cultura” e quelli con meno, ma altrettanto bravi nel loro lavoro. Grande spazio era dato al teatro. L’ex oratorio Maria SS. Ausiliatrice vanta grandi tradizioni in questo campo. Si dice che nomi, ora di prestigio, abbiano calcato le tavole del palcoscenico dell’oratorio. Pippo Baudo, per esempio, fece da presentatore nel teatrino che si trovava nell’attuale chiesa e il cui palcoscenico si trovava di fronte all’altare di oggi. So che il palco fu anche calcato dal grande Turi Ferro, cibalino doc. In seguito, il palcoscenico e stato spostato dove ora è ubicato l’altare della chiesa. E’ stato costruito a regola d’arte, con camminamenti che congiungevano la vecchia sagrestia al 1° piano e il palco, con quinte e cieli girevoli e con sottostante locale interrato, dove ci si cambiava tra un atto e l’altro. ln quegli anni (1959/60) si diedero molte commedie: “U votu”, “Matrimonio nta Civita”, “Civitoti in pretura”, ”S.Giovanni decollatu”, “Tre poveri vedovi inconsolabili”, “ Fiat voluntas Dei” ecc. ecc. Nei primi anni sessanta, l’oratorio fu colpito da una tremenda tromba d’aria, che ne scoperchiò il tetto: vi furono gravi danni alla piana di Catania, dove i tralicci della luce vennero accartocciati come fossero di cartapesta. Dopo tale evento, la gioventù oratoriana si riuniva, quasi ogni sera, sotto il palcoscenico, dentro la buca delle prove dove ci si cambiava, trascorrendo ore indimenticabili tra storielle e barzellette di ogni tipo, nell’allegria e nella spensieratezza. Non si aveva quasi nulla, ma una grande speranza nel futuro e la felicità di stare insieme. Le parole “droga”, “alcool”, “sballo” non esistevano nel nostro vocabolario, ma vi era collaborazione e voglia di fare, rispetto per tutti. Si andava al cinema che a Cibali, negli anni sessanta, erano tre: “Buscemi” (invernale-estivo), ubicato in via Susanna, Cine “Marisa”(invernale-estivo), in via Tommaso Fazello e “Modernissimo” (solo estivo), sempre in via Susanna. Quando si andava a vedere uno spettacolo cinematografico in città, qualcuno dei più “benestanti” metteva a disposizione la propria auto, caricandosi cinque-sei giovani, stipati in modo inverosimile. Vi era una delinquenza limitata ai cosiddetti “rubajaddini” e i marciapiedi di via Cibele si riempivano, nelle serate estive, di persone sedute fuori a discutere e trascorrere ore serene in compagnia. Si respirava un’aria di collaborazione e partecipazione che oggi, abitando nei condomini, non esiste più. Sicuramente non era oro tutto quello che luccicava, ma noi giovani respiravamo serenità e fiducia nel domani, pur nella “quasi” povertà che, comunque, si viveva con grande dignità. Dal 1963 in poi, al posto di padre Piro, fu nominato padre Di Bella, attuale parroco della parrocchia ”S. Michele Arcangelo” di S. Nullo. Era molto giovane e fresco di seminario. Veniva dalla Cattedrale di Catania ed era abituato alle finezze di quei luoghi. Credo che i primi giorni del suo apostolato non siano stati molto lusinghieri. Egli si aspettava di trovare un clima disteso, rispettoso; invece, si trovò di fronte degli “zampirri” giovani che tutto avevano, per lui che non li conosceva bene, tranne che il rispetto e l’educazione per il nuovo prete. Penso che la prima serata sia stata un pò traumatica, tanto da andarsene in via Raddusa (sua residenza) “cchiù mottu ca vivu” e cioè più confuso che persuaso, deciso a ritornarsene nell’ovattata chiesa della Cattedrale per sempre. A poco a poco, però, cominciò a conoscerci meglio e a rendersi conto del bene che gli volevamo. All’inizio gliene facevamo di tutti i colori. Ricordo tra i tanti, un aneddoto: dopo averlo fatto “nfuliniari” (seccare) per tutta una serata con scoppole varie e acchiappatine di polpacci, ecc. ecc. se ne andò piuttosto contrariato a riprendere la sua auto (una 600 bianca) per recarsi in via Raddusa. Ma ahimè! dalla sua auto, noi, irrispettosi avevamo con perizia tolto e messo di lato il sedile lato guida. Risultato: il nostro padre Di Bella si sedette sulla lamiera! Ci si divertiva con poco. Durante questo periodo, in oratorio avvenne una trasformazione storica. Prima della sua venuta, si andava a Messa nella parrocchia di piazza Bonadies; a destra, entrando, stavano i ragazzi, a sinistra le ragazze. Nel teatro dell’oratorio, recitavano solo gli uomini, che si travestivano da donne per le parti femminili. Con la venuta di padre Di Bella, e con le nostre continue battaglie, avvenne il miracolo: maschi e femmine cominciarono a recitare insieme, sotto lo sguardo vigile e attento delle madri “del gentil sesso” e con la messa in scena di un riuscitissimo ”Fiat Voluntas Dei”. Il gruppo si uni sempre di più in attività culturali, ecclesiastiche e ricreative. Alcuni oratoriani si sono sposati tra loro e il secondo “miracolo” e stato quello che ancora oggi ci si frequenta con una certa assiduità ed è un’amicizia che dura da oltre cinquant’anni, con alti e bassi, com’è nella natura umana ma sempre con la volontà di superare qualunque ostacolo, facendo emergere la lealtà nei rapporti e la vicinanza nei momenti difficili. Assieme abbiamo ridato “Fiat Voluntas Dei” a Gravina di Catania e al teatro Grotta Smeralda”; “S. Giovanni Decollatu” a Gravina e ai padri passionisti di Mascalucia e nel 2003, un riuscitissimo “L’eredità dello zio buonanima” nel teatro comunale di Gravina di Catania. Padre Di Bella ci ha seguito molto; per noi e stato un amico; ci ha uniti in matrimonio, ha battezzato e sposato i nostri figli e ancora oggi continuiamo a trovarlo nella sua parrocchia di S. M. Arcangelo, S. Nullo, dove esercita con passione il suo sacerdozio. Dopo Padre Di Bella si sono succeduti molti altri sacerdoti; non sono in grado di raccontare la loro storia (siamo agli inizi del 1970), anche perché alcuni di noi erano impegnati per motivi di lavoro e di famiglia. Una cosa mi sento di poter dire: stava per iniziare una crisi di valori, si usciva dalle contestazioni del 1968; la famiglia cominciava a scricchiolare; la Chiesa appariva più debole e incapace di arginare la “belva TV”, i ragazzi cambiavano. Dagli anni ’70 in poi, l’oratorio venne affidato a padre Antonio D’Emanuele, attuale parroco della chiesa Cristo Re. La generazione nata negli anni ‘60 ebbe in lui una guida spirituale efficace; egli fu fautore di diverse iniziative, cercando di fungere da raccordo tra i giovani di quell’epoca e quelli del periodo precedente. Posso dire poco di quel periodo, perché ormai quelli della mia generazione erano andati via. Ho notato con grande piacere che da diversi anni la parrocchia “Natività del Signore”, ex oratorio M. S.S. Ausiliatrice, ha subito un processo di rinascita, prima sotto la guida di padre Deodato Mammana e dopo di un giovane prete, padre Roberto Mangiagli, che ha tanta voglia di fare e di scommettersi. Con grande gioia, ho rivisto molti giovani che lo seguono con entusiasmo e partecipazione. La parrocchia si è ampliata molto e dispone di diversi locali per giovani e meno giovani. Sono sicuro che con la sua opera educativa e la sua giovane età, l’ex oratorio ritornerà a vivere un nuovo periodo d’oro. BUONA FORTUNA!!!!!!!!!!!!!!!!!! Antonino Giuffrida,conosciuto come Nuccio Giuffrida ex oratoriano. Catania Dicembre 20 l 3 |